Fondata sul lavoro by Alfonso Celotto

Fondata sul lavoro by Alfonso Celotto

autore:Alfonso Celotto [Celotto, Alfonso]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-04-15T12:00:00+00:00


Il Dottore pensò di tornare a pranzo a casa. Così poteva anche riposarsi un po’ e riordinare i pensieri. Era davvero un momento difficile. Lui si divertiva a giocare in ruoli diversi. A fare il cattivo con gli Alleati e il buono con gli altri Costituenti. A cercare di distrarre tutti non solo con la sua abilità giuridica, ma anche con la mimica e la gestualità. Da ragazzo avrebbe voluto fare l’attore. Ma una famiglia di notai e di avvocati non poteva tollerare un guitto fra i discendenti. Però quella naturale capacità di modulare la voce, la predisposizione ad attirare l’attenzione, la facilità di creare e improvvisare gli erano state sempre molto utili. A scuola, con le ragazze, all’università. Consentendogli risultati brillanti anche quando era poco preparato. «Saper dire è meglio di sapere.» Vecchio segreto...

Ora anche in Assemblea costituente il Dottore si stava distinguendo. E ne era ben compiaciuto. Non era soltanto la voglia di affermare gli ideali in cui credeva, ma anche una sfida di abilità, per dimostrare di essere il più bravo di tutti.

E salendo le scale di casa, ripensava alla grande recita. Prima con gli Alleati, poi con Ruini. Molto bene! Forse ce la poteva davvero fare...

Aveva già fatto scattare la serratura, quando notò una strana busta verde infilata sotto la porta.

In genere, la posta la portava su la portiera. E Carmela gliela faceva trovare ordinatamente sulla scrivania.

In un attimo lo stupore divenne quasi irritazione. Verso Carmela. Aveva sentito dire che la ragazza da un po’ frequentava un giovanotto. Forse era vero. Forse era vero che non pensava più a far bene il suo lavoro e si era anche fatta cadere la posta...

Doveva farsi sentire.

Stava ragionando sul rimprovero da fare, quando raccolse la busta e girandola restò senza parole.

Non c’era il destinatario. E nemmeno il mittente. Nell’angolo alto di sinistra soltanto quattro lettere che gli fecero venire subito il batticuore. Una E, due M, una A.

Non era possibile. Emma che gli scriveva. Emma che era tornata. Emma che era viva!

Emma che era diventata così sfrontata da portare una busta a casa.

Gli venne una voglia enorme di vedere cosa ci fosse dentro. Aveva voglia di Emma. Della sua pelle. Del suo odore. Da quanto tempo... ma lui sapeva che era viva...

«Vieni subito a tavola, che ti aspettiamo!»

La voce della moglie dalla cucina lo raggelò. Non poteva certo farsi trovare con quella busta in mano.

E non voleva nemmeno aprirla frettolosamente. Era tanta la gioia per una lettera di Emma. Tanta l’ansia di aprirla. Ma anche la giusta prudenza. E la voglia di gustare quel momento in modo adeguato. Lo aspettava da quasi quattro anni...

«Lascio le carte e arrivo.»

Passò in studio.

Tutto era ben ordinato.

Con gesto furtivo nascose la busta verde dietro due libroni del Digesto.

E si avviò a lavare le mani. Col cuore ancora accelerato. E l’idea di fare un pranzo veloce, per poter poi aprire la lettera e sapere Emma dov’era. Che faceva. Come stava. La sua Emma...



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